Il cambiamento climatico è una delle grandi sfide per l’agricoltura del prossimo futuro poiché può drasticamente modificare la crescita delle piante. L’area mediterranea è uno degli ambienti più vulnerabili dove si prevede un aumento dell’incidenza di eventi di forte aridità soprattutto nella stagione estiva. In questo contesto, l’UE attraverso programmi come Horizon 2020, riconosce a Ricerca e Innovazione il ruolo di fulcro nel centrare obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
L’impatto sulla viticoltura
Anche in viticoltura, tali cambiamenti stanno esacerbando alcune criticità già presenti in aziende viticole, in particolare nelle aree tradizionalmente vocate del Bacino del Mediterraneo. L’azione di stressori multipli (es. stress termici e radiativi, aridità) sta severamente alterando la crescita delle viti con conseguenze dirette sulla produzione di uva e vini prodotti. Si riducono quindi quantità e qualità delle produzioni e aumenta la variabilità.
I cambiamenti climatici in viticoltura acuiscono fenomeni già in corso quali ad esempio anticipo delle fasi fenologiche di fioritura e invaiatura, nonchè asincronia tra le diverse maturazioni (tecnologica, aromatica). L’anticipo delle fasi fenologiche rende le viti più esposte a fenomeni meteorologici non ottimali per i processi riproduttivi e più vulnerabili agli attacchi dei patogeni con conseguenti riduzioni della produzione. L’asincronia delle diverse maturazioni provoca squilibri compositivi dei mosti. L’anticipo della maturazione zuccherina delle bacche determina necessità di raccogliere in anticipo quando la maturazione tecnologica non è completa, quindi con quadro aromatico meno ricco, per evitare la produzione di vini troppo alcolici (oggi meno richiesti dal mercato). Il caldo eccessivo nelle fasi successive all’invaiatura inoltre può causare degradazione degli acidi, con vini squilibrati, più suscettibili a instabilità, meno protetti dalle ossidazioni e meno longevi, talvolta con insorgenza di aromi atipici.
Nasce quindi la necessità di mitigare tali effetti, mettendo in atto strategie sostenibili attraverso il riadattamento delle tecniche colturali con particolare riferimento al miglioramento dell’efficienza d’uso delle risorse. L’ottenimento di produzioni viticole di qualità, in maniera stabile negli anni, è legata alla gestione di fattori colturali correlati alla disponibilità di acqua e nutrienti nel suolo (es. gestione del diserbo/inerbimento), nonché alle pratiche che influenzano le relazioni tra vigore delle viti e carico produttivo (es. forme di allevamento/potatura), al fine di raggiungere un buon equilibrio vegeto-produttivo, aumentando l’efficienza di uso delle risorse.
In questo contesto di grande complessità dunque, la viticoltura non può prescindere dall’applicazione di un approccio multi-disciplinare che, a partire dall’integrazione e dal confronto di diversi saperi e conoscenze, possa permettere alla ricerca scientifica di integrarsi attivamente nei modelli di business delle aziende vitivinicole.